mercoledì 7 gennaio 2009

9. Evangelici e dialogo a Fonte Nuova

Dopo aver scritto sui cattolici al post n.1 avevo promesso un post sugli evangelici a Fonte Nuova, su quello che penso del comportamento assunto da loro nei riguardi del resto dei loro concittadini, ed eccomi qua. Sono stato stimolato definitivamente a ciò da una voce che gira nella chiesa di via I Maggio che mi ha raggiunto a capodanno...questa voce diceva che mi stavo adoperando per un ecumenismo religioso... Dal fatto che nessuno praticamente sia venuto agli incontri che abbiamo organizzato, deduco che l'ecumenismo sia considerata da questa comunità come una cosa sbagliata. Probabilmente c'è stato un difetto di comunicazione che riguarda anche me, e mi dispiace. Cerco di rimediare con questo post che spero qualcuno leggerà...Riporto dal dizionario Zanichelli la definizione di ecumenismo: “Indirizzo ideologico e pratico che ispira i vari movimenti che tendono a superare gli attriti dottrinari e le differenze storiche fra confessioni cristiane e a recuperare nello spirito di fraternità i comuni valori religiosi e soprannaturali”. Naturalmente c'è anche un altro ecumenismo, quello della preghiera di Assisi 1986 per intenderci, che si adopera ad un dialogo con tutte le religioni alla ricerca non solo di valori umani su cui fondare una sentita e condivisa base etica tra i popoli, ma anche a ridurre in qualche modo la portata della figura di Cristo “affermando una nozione di logos divino presente in tutte le religioni come istanza costitutiva di salvezza”(Diz.diFil.Garzanti), anche se oggi Ratzinger dichiara affermazioni contrarie a questa tendenza. Queste due idee di ecumenismo hanno due storie distinte e ben diverse, non sono per principio inconciliabili, ma hanno due obbiettivi distinti. La prima idea è un ecumenismo intra-religioso, cioè si rivolge alle parti di una stessa religione (nel nostro caso cristiana) e mira ad un' unità tra le sue componenti, la seconda è un ecumenismo inter-religioso, cioè mira a costruire una pace tra i popoli attraverso il riconoscimento di una stessa dignità umana e salvifica di tutte le religioni. Ora questa distinzione è molto importante. Come ognun sa anche io sono evangelico, e conosco le preoccupazioni che naturalmente sorgono al sentir parlare di ecumenismo. L'Apocalisse parla dell'avvento di un governo unico mondiale con a capo l'Anticristo. Questo personaggio imporrà anche un unico culto su tutta la terra che in qualche modo evolverà fino anche al culto della propria persona...e ovviamente qualsiasi sostegno a qualunque cosa vada in quella direzione sarebbe da considerarsi cosa gravissima. In effetti il contenuto teologico della seconda idea di ecumenismo, quello interreligioso, sembra qualcosa che potrebbe andare rischiosamente al di là della semplice tolleranza e fraternità tra i popoli. Un conto è dire che Gesù “è la propiziazione dei nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”(I Giovanni 2:2), e cioè estendere i meriti di Cristo anche a chi non lo conosce direttamente e quindi adoperarsi per un'etica basata sulla tolleranza, il rispetto reciproco, la fraternità, sui valori specifici del dialogo (amore per la verità, ascolto e completamento nell'altro, ecc..), tutto un altro è dire che “Ogni singola religione[...] si deve impegnare a perseguire una comune 'struttura soteriologica', nel trascendimento dell'interesse individuale del fedele e nell'apertura alla tolleranza”(→J.Hick), cioè cercare una 'sintesi' tra le religioni. Quest'idea di ecumenismo come 'sintesi' è la tentazione mossa anche da buoni propositi e il pericolo da cui tenersi a distanza e da considerare eventualmente (e non solo per i cristiani) come una deriva del dialogo. Ma la coscienza di questo rischio dovrebbe portarci al non parlarne? O al contrario e ancor più che questo ad opporci a ogni dialogo ecumenico? No sicuramente, non credo che il Signore ci chiami ad essere dei sempliciotti, e ancora più che questo, al non far nulla se qualcosa di buono può essere fatto.
Parliamo della prima idea di ecumenismo dunque. L' ecumenismo così inteso, è a mio avviso la più naturale reazione all'amore che dovrebbe esserci tra i cristiani, dove per cristianesimo si intende su tutto mettere Cristo al centro dell'esperienza della nostra vita. Ora forse qualcuno non sa che questo tipo di ecumenismo è nato infatti prima e proprio all'interno delle chiese evangeliche e riformate attraverso organismi come la “Conferenza missionaria mondiale”(Edimburgo 1910), “Life and Work”(nato nel 1925), “Faith and Order”(nato nel 1927), da cui sorse nel 1948 il Consiglio mondiale delle chiese (o Consiglio ecumenico delle chiese)a cui aderiscono 223 chiese protestanti e orientali. La Chiesa Cattolica non è membro ancora (e oggi con Ratzinger le cose stanno di nuovo rapidamente peggiorando) del Consiglio mondiale delle Chiese, e all'inizio affermava un ecumenismo diverso che in sostanza sottolineava la propria leadership nel dialogo. Ma già nel '60 la C.c. istituiva il Segretariato per l'unità dei cristiani riconoscendo con ciò l'unità come un obbiettivo auspicabile e nel Concilio Vaticano II attraverso la > (1964) si gettarono le basi per un dialogo finalmente “orizzontale”, che mette tutti allo stesso livello, e oggi anche la Chiesa Cattolica riconosce un solo ecumenismo e partecipa indirettamente dal 1965 con un > e con la partecipazione di alcuni teologi cattolici alla commissione > rivolta più a problemi di ordine dottrinale. Da questo ecumenismo sono venuti fuori notevoli risultati come ad esempio la ricezione nel '98, da parte della Chiesa Cattolica, della salvezza per sola Grazia, ma anche di protocolli e metodi comuni nella ricerca teologica. Un altro effetto del dialogo è quello di contribuire a tenere i riflettori accesi su un processo. E' il dialogo, che in questi anni ha dato molti frutti, che ha dato una risonanza speciale ai preoccupanti atteggiamenti manifestati negli ultimi anni dai vertici della chiesa e in controtendenza a questo processo di avvicinamento, con dichiarazioni quali: “Extra ecclesiam nulla salus”(Ratzinger), “le Chiese protestanti non sono effettivamente vere chiese ma comunità ecclesiali”(Ratzinger, Prefettura per la dottrina della fede) e così via in un crescendo di sprezzanti comportamenti in Italia nei confronti delle minoranze cristiane. Ma al di là dell'esito storico che ha avuto il dialogo inter-cristiano ed ecumenico, sarebbe conveniente rispondere definitivamente alla domanda: è giusto? Io credo di sì, io credo che sia profondamente giusto. Non sono il solo naturalmente, ma proverò a dare le mie ragioni.
Dicono che la cosa più difficile sia dire a dei sacerdoti che stanno sbagliando, ora siccome noi tutti siamo <> vi prego di avere tantissima pazienza con me...
Perché ci sono dei cristiani. Qualcuno potrebbe dubitare in maniera radicale che tra i cattolici non ci siano o che i cattolici siano dei cristiani. Beh, molto serenamente rispondo che se tra i cattolici ci fossero dei cristiani difficilmente questi diventerebbero evangelici. Chi non diventa “cristiano” perché evangelizzato ed istruito da un evangelico vede nel movimento evangelico (salvo rare eccezioni) tanti di quei difetti che difficilmente farebbe il passo di uscire apertamente dalla Chiesa cattolica per diventare un evangelico. Sono moltissimi i cattolici (molto probabilmente la maggior parte) che non si identificano nella loro chiesa, ma che ne fanno parte perché tutti sanno (ed è un fatto convenzionale) che appartenere alla chiesa cattolica non significa sposarne interamente il credo o l'operato. Insomma non è per loro una contraddizione insostenibile rimanere nella chiesa. Questa è una cosa che in genere fa molto arrabbiare noi evangelici, cioè il fatto che nella C.c. possano convivere anime così diverse e che la C.c. tolleri al suo interno tutto questo movimento di persone che partecipano anche attivamente ma che allo stesso tempo vedono nella chiesa tante cose sbagliate. E non basta più agitare l'esperienza delle lingue ormai, dal momento che anche all'interno della C.c. questa esperienza è in qualche modo ormai accettata. Se vi capitasse di andare in una riunione seria dei Carismatici (e ce ne sono sia a Tor Lupara che a Santa Lucia), insieme a tanti elementi spuri trovereste anche e innegabilmente la presenza di Dio, i nostri canti, tanto amore e soprattutto sentireste preghiere del tipo “Signore tu sei il nostro maestro, il nostro redentore, indicaci la via perché vogliamo appartenerti, essere simili a te...”.
Non è il risveglio...ma è più o meno come da noi.
Dico seriamente, è un fatto che ci siano dei santi, dei fratelli, delle persone che hanno ricevuto la salvezza all'interno della chiesa cattolica e che osservando il nostro comportamento non hanno ragioni sufficienti per diventare evangelici. Quella che alcuni di noi chiamano la “sana dottrina” sarà abbastanza buona per portare alla salvezza, ma evidentemente non è sufficiente per decidere chi è salvato e chi no.
Tendete alla perfezione. Quando Paolo ci lascia questa raccomandazione, ci indica un metodo: comportarci sempre, per tutta la vita come se dovessimo fare la cosa migliore. Cercare che cosa sia la cosa migliore e quindi fare meglio, migliorarci. Ecco, il dialogo se fatto con sincerità mette alla prova il nostro sistema, può svelare i nostri equilibri ambigui, le nostre piccole ipocrisie, le nostre presunzioni e la grande ignoranza. Ci svela quanta violenza o indifferenza può celarsi dietro i nostri santi atteggiamenti, se altre motivazioni hanno preso il posto del proposito di amare e piacere solo a Dio.
Tendere la mano. Non siamo solo persone che vogliono intrattenersi in rapporti di pacifica utilità pratica con gli altri. Noi vogliamo avere fiducia nel prossimo, noi vogliamo amare il prossimo. Tra i suoi discepoli Gesù scelse consapevolmente anche chi lo avrebbe tradito. Ma non lo scelse solo per adempiere le profezie, io credo che Gesù non sia stato un ipocrita e scelse di amare Giuda in ogni caso. “Con questo bacio tu mi tradisci” non è stato detto semplicemente per smascherare il progetto di Giuda..c'era un'amicizia spezzata, dolore, delusione.
A chi mi dice che non servirà a nulla dialogare, io rispondo che l'amore è un rischio, sempre.
E' un comandamento. Questo in effetti è il punto più importante perché smetterò di dire le mie impressioni sui passi e sui fatti per ascoltare finalmente le vostre. Finora non ho detto nulla di fondamentale, lo faranno invece questi pochi passi che ho selezionato che spero conosciate e leggerete. Matteo 7:20-24, 23:7-12, Luca 12:47-48, Giovanni 13:34-35, 14:26, 16:12-13, 17:17-26, Romani 14, II Cor. 2:5, I Giov 2:20,27...ci sono in effetti molti altri passi che forniscono importanti dettagli che aiuterebbero a mettere insieme il tutto in una indicazione del modello di chiesa da adottare soprattutto oggi e cioè quello che storicamente è stato portato avanti dalla chiesa delle origini, ma questi che ho appena citato sono i fondamentali. Più avanti scriverò qualcosa al proposito, anche se è già stato detto quasi tutto negli scritti molto noti di Watchman Nee sulla forma della chiesa (in particolare “La normale vita della chiesa”) e soprattutto in tutte le ricerche storiche sulla forma della chiesa del I secolo che si trovano nelle librerie evangeliche e teologiche, che vi sarà facile trovare.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi chiedo a cosa serve organizzare un'incontro con dei cattolici quando poi non si ha il coraggio di recare loro un messaggio di ravvedimento ed un'invito ad abbandonare i loro idoli, questo è quello che i credenti nati di nuovo dovrebbero fare, altrimenti chi lo farà? Il dialogo? Qualè il messaggio che la gente recepisce da questi incontri? Queste cose non sono affatto cose buone in quanto le sterili conversazioni durante questi incontri e la presenza di cosidetti evangelici nati di nuovo i quali non manifestano l'autorità dovuta, non fanno altro che dare sollievo a chi non ha sperimentato la salvezza e rimane convinto della bontà della sua dottrina.
In'oltre sono assolutamente convinto che i credenti non dovrebbero avere nulla a che fare con la politica, e tutti coloro che vi si sono dati con l'illusione di portare luce e testimonianza hanno naufragato miserabilmente. D'altronde Gesù ci ha dato un chiaro esempio deludendo l'aspettativa di tutti coloro che credevano in una sua "missione politica" quando invece nella sfera spirituale i suoi pensieri ed il suo percorso era tutt'altro che politico.....